lunedì 22 dicembre 2014

In arrivo la rivoluzione web

Dal 1991 (anno di nascita del World Wide Web, http://it.wikipedia.org/wiki/World_Wide_Web) al 2012 i domini disponibili erano quelli denominati di “secondo livello”, ovvero tutti quelli indicati negli indirizzi web con nomi e sigle compresi tra il www. e (per l'Italia) .com, .org e .it (queste terminazioni citate appartengono a 22 categorie diverse che sono i cosiddetti domini di “primo livello”). Per comprare un dominio di secondo livello ci si deve rivolgere all'Icann (l'istituto americano che gestisce tutti gli indirizzi web del mondo, https://www.icann.org/ e http://it.wikipedia.org/wiki/ICANN) pagando poche decine di dollari l'anno. In questi 20 anni però l'enorme diffusione di internet ha portato al quasi esaurimento dei domini di secondo livello. Così l'Icann ha deciso di mettere sul mercato mondiale circa 1.300 domini di primo livello per poter aumentare il numero di indirizzi disponibili (alcune aziende hanno già il proprio dominio di primo livello: la casa automobilistica BMW, ad esempio, ha infatti il dominio .bmw). Su 1.930 richieste arrivate all'Icann solo 20 arrivano dall'Italia: il problema infatti adesso è economico, perché un dominio di primo livello costa 185.000 dollari, e se più aziende sono interessate allo stesso nome, parte un'asta (oggi 751 aziende si contendono 230 domini). Il percorso poi per ottenere un dominio di primo livello è piuttosto lungo, circa venti mesi, e alla richiesta possono anche opporsi dei terzi... Dopo tutte le verifiche, i domini entrano nel database del World Wide Web: a ottobre 2014 i nuovi domini entrati nel www. sono stati 426. Anche qui l'Italia, paese di piccole e medie aziende che non possono permettersi investimenti così alti, soprattutto in questi anni di crisi, si dimostra non al passo coi tempi...

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