mercoledì 10 dicembre 2014

Il giardino diventa letterario

Rossella Sleiter nella sua rubrica “Natura” pubblicata sull'inserto “Il Venerdì” del quotidiano la Repubblica del 5 novembre 2014 ha provato ad immaginare: se mettessimo tutte assieme le piante citate dai poeti nel corso dei secoli? Beh, non basterebbe un parco. Per questo ha fatto una selezione di quelle citate nel Novecento. Giovanni Pascoli: “O Valentino, vestito di nuovo come le brocche dei biancospini...” e "Rosa di macchia, che dall'irta rama...”. Gabriele D'Annunzio: “Laudato sia l'ulivo nel mattino!”. Eugenio Montale: “Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccante agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni”. Dino Campana: “Sono sfiorite le rose, i petali caduti, perché io non potevo dimenticare le rose, le cercavamo assieme, abbiamo trovato le rose, erano le sue rose erano le mie rose, questo viaggio chiamavamo amore”. Sandro Penna: “Dormi fra le tue immense foglie, purpureo fiore sconosciuto”. Dylan Thomas: il suo albero del bosco di latte è il Milkwood Tree, che è una Sapotacea (della stessa famiglia dell'argan), che cresce in Africa, secolare, sempreverde, contorto e solitario. Natura e letteratura, un connubio incredibile: vi consiglio il link http://bim.comune.imola.bo.it/content.php?current=10309 .

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