martedì 4 giugno 2013

E' nato il vino del carcere della GORGONA!

L'Isola di Gorgona si trova nel Mar Ligure di fronte a Livorno, a 37 km dalla costa. Lunga 3 chilometri e larga circa 2, con i suoi 220 ettari è la più piccola dell'Arcipelago Toscano. È una frazione del Comune di Livorno, fa infatti parte della II Circoscrizione. Insieme alle isole di Capraia, Pianosa, Elba, Giglio, Giannutri e Montecristo costituisce il Parco Nazionale Arcipelago Toscano (http://www.islepark.it/), nato per tutelarne i loro ambienti naturali di grande valore culturale e scientifico. È prevalentemente montuosa e ricca di vegetazione tipica della macchia mediterranea, ma vi si trovano anche alcuni esemplari di castagno e ontano nero; il suo rilievo più alto è di 255 metri. Gorgona è attualmente sede di una colonia penale, realizzata inizialmente come succursale di quella di Pianosa nel 1869, ma il suo centro civile è il paese degli antichi pescatori, oggi composto da 67 residenti, di cui solo 7 vivono stabilmente nell'antico borgo dei pescatori. L'isola, assieme a quella di Capraia, è citata da Dante Alighieri nel celeberrimo Canto XXXIII dell'Inferno, dove il poeta narra le vicende di Ugolino della Gherardesca: «Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'elli annieghi in te ogne persona!, Ché se 'l conte Ugolino aveva voce, d'aver tradita te de le castella, non dovei tu i figliuoi porre a tal croce». L'intera descrizione al link http://it.wikipedia.org/wiki/Isola_di_Gorgona (altri link d'informazione http://www.arcipelagodellatoscana.com/territorio.php?id_territorio=331&sezione_localita=Isola%20di%20Gorgona e http://www.gorgona.net/default.aspx). 
Perchè scrivo di questa bellissima isola? Perchè ho trovato una bella notizia sull'inserto “Il Venerdì” del quotidiano la Repubblica del 31 maggio 2013, in un articolo di Alberto Fiorillo dedicato ai detenuti del penitenziario dell'isola che hanno fatto rivivere, insieme ad un produttore, un vigneto abbandonato. Il penitenziario è l'unica prigione a cielo aperto rimasta in Italia, un po' colonia penale ed un po' colonia agricola: non può ospitare mafiosi, stupratori, pedofili o persone con problemi di alcol e droga, ma comunque gente che ha commesso delitti gravi (come omicidi e rapine), che oggi sono 47 (trascorrono gli ultimi anni di galera qui alla Gorgona avendo fatto un percorso carcerario senza macchia e dopo aver superato un colloquio attitudinale che attesti la loro voglia di darsi da fare e la capacità di stare in una casa circondariale diversa dove, pur non controllati da guardiani, le regole sono molto rigide). Qui infatti ogni detenuto sta in cella solo la notte e per la conta pomeridiana, poi per il resto della giornata ognuno ha il suo compito: chi lavora gli orti terrazzati, chi cura l'oliveto, chi alleva bestiame (mucche, capre e altro), chi produce derrate alimentari (olio, formaggio, miele, ecc...), chi conduce l'impianto di acquacoltura allevando orate. Tutto ciò serve a dar da mangiare alla popolazione dell'isola (in tutto circa 150 persone) e ad imparare un mestiere per la loro nuova vita una volta usciti dal carcere. 
La storia in questione nasce da un carcerato siciliano, Salvatore, che appena sbarcato alla Gorgona nota un vigneto abbandonato: parla con la direttrice del carcere per poterlo salvare visto che lui se ne intendeva di viti. Detto, fatto: recupera un ettaro di vigneto mantenendo i due vitigni più pregiati, l'ansonica e il vermentino. I carcerati mandano molte mail a varie case produttrici vinicole italiane per essere aiutati ma solo una risponde all'appello, quella di Lamberto Frescobaldi (la Marchese de' Frescobaldi, http://www.frescobaldi.it/it-it/home.aspx), che spedisce subito ai detenuti del carcere botti, attrezzi da lavoro, prodotti per la sanificazione della cantina, e manda enologi e agronomi per migliorare la qualità dle prodotto. Tutto ciò ha portato alla produzione di 2.500 bottiglie di Gorgona (bianco deciso) che da giugno 2013 arriveranno nelle enoteche di tutta Italia. 
Davvero una gran bella iniziativa: un ottimo recupero umano e ambientale! Complimenti.

1 commento:

ilgorgon ha detto...

Siamo ancora e di nuovo sconcertati dalla disinformazione italiana e da chi la riprende senza controllarne i contenuti. Chi le scrive fa parte degli ultimi abitanti gorgonesi civili ancora presenti sull'isola. Perché a Gorgona, per fortuna, ancora ci sono degli abitanti e il ministero dell'ingiustizia non è riuscito ancora a desertificarla come ha fatto con Pianosa. Il vino si fa da sempre, la colonia penale costa un occhio della testa con enormi sprechi, non serve a nulla tranne che ad ingrassare quelli del ministero dell'ingiustizia e della colonia penale. Non c'è nessun carcere modello ma solo specchietti per le allodole per attrarre soldi e i media ormai diventati veline governative.